Quante volte mi sono sentito chiedere “Ma che musica fai?” oppure “Ma che genere suoni?”
A quel punto ammetto che trattengo a fatica una smorfia. C’è ancora gente che per semplificarsi la vita ha bisogno di dividere la musica in generi.
Ovvio che se si tratta di persone che non hanno mai suonato o che hanno ascoltato musica in maniera superficiale, ci può stare. Tuttavia, quando la domanda ti viene fatta da un musicista che suona da tempo (e succede), ti senti un po’ spiazzato.
Com’è possibile, al giorno d’oggi ci sono ancora musicisti anche professionisti che credono che la musica sia divisa in settori?
O peggio ancora, insegnanti che si barricano dietro la definizione “genere musicale” solo per non prendersi la responsabilità di riconoscere che la musica è una sola? Forse perché probabilmente ne hanno una conoscenza davvero scarsa.
Il punto è che il materiale di base che si usa per “fare musica” è lo stesso a prescindere dai generi: note, accordi, ritmi.
Infine anche lo strumento precede il genere. Di base è un mezzo per esprimere le proprie idee, emozioni e conoscenze musicali. E in quanto tale viene assolutamente prima di qualsiasi suddivisione in categorie.
E quindi? Finiamola di dividere tra chi fa un genere e chi un altro. La divisione tra un genere o l’altro in realtà è solo un modo per cercare di limitare la zona su cui lavorare per pigrizia mentale. Oppure nasce dal rifiuto di dedicare attenzione a tutte le sfaccettature che la musica può esprimere.
La responsabilità dei Conservatori
I corsi di musica jazz non si dedicano a studiare lo strumento in modo completo. Ti ti fanno sprecare tempo e denaro perché ti danno una preparazione molto ridotta (se te la danno…) sia a livello strumentale, sia a livello di conoscenze musicali.
Sono corsi perfettamente inutili perché non ti aiutano a ottenere il massimo dallo strumento. Si limitano a darti un’infarinatura di base che ha dell’imbarazzante tanto è scadente. E così, nel momento in cui ti troverai a suonare con musicisti davvero in gamba (per fortuna ne esistono!), ti sentirai totalmente inadeguato e il tuo senso di inferiorità sarà devastante.
I corsi italiani di strumento tradizionali, quelli improntati alla musica classica, hanno anch’essi i loro limiti. Chiedi a un pianista classico, magari anche molto bravo, di suonare a orecchio o di improvvisare qualcosa e guarda la sua espressione… noterai uno sguardo di puro terrore!!
La musica è una sola, al di là di ogni genere
Andiamo oltre gli schemi arretrati che abbiamo ricevuto dalla formazione tradizionale in scuole di musica o lezioni private di vecchio stampo o nei conservatori. Iniziamo a studiare la musica per quel che è: una disciplina unica, integrata, che coinvolge corpo e mente in maniera totale.
La pratica strumentale non può essere separata dalla conoscenza approfondita della teoria in tutte le sue possibili forme, che sia jazz classica, etnica o elettronica. La storia della musica occidentale degli ultimi anni ha avuto sviluppi che non si possono ignorare. La Musica di tutto il mondo è facilmente ascoltabile e può essere inserita nelle proprie esperienze per trovare una propria strada che va oltre le singole influenze.
Alcuni esempi dai più grandi artisti di ogni epoca
C’è un fatto che dimentichiamo regolarmente. Rimaniamo molto colpiti dalla musica di Debussy, dei primi Pink Floyd, di Frank Zappa, di Bach, per esempio. Non vogliamo però ammettere che loro per primi sono partiti da un’origine comune.
Ovvero cercare una strada per farsi capire dal loro pubblico. Questo perché le loro idee erano molto originali e innovative per l’epoca, ricche di influenze prese dal panorama musicale con cui entravano in contatto.
Grande apertura mentale e spirito di ricerca sempre vivo caratterizzava questi personaggi. Oggi noi li abbiamo sezionati e catalogati. Invece per i loro contemporanei erano fuori da qualsiasi schema allora conosciuto!!
Come puoi rappresentare qualcosa di tuo personale, di originale o attuale, se conosci un unico modello di riferimento? Magari anche montato in fretta?
Se studi chitarra metal, basso slap, batteria funk o improvvisazione free forse ti semplifichi la partenza. Nel giro di poco tempo, però, ti accorgi che non vai da nessuna parte. La strada si chiude davanti a te.
Conosco un sacco di ragazzi che partendo con questo approccio poi hanno smesso di suonare. Purtroppo finito un tipo di esperienza non erano più in grado di trovare una strada alternativa.
Vai alla radice della musica
Scegli un corso, privato o presso una scuola, che fin dall’inizio ti aiuti ad affrontare la musica in senso ampio. Non dedicarti fin da subito a un genere specifico escludendo altri.
La musica è una sola. Studiala partendo dal punto più sostanziale che puoi. Impara le fondamenta del sistema e non i fronzoli. Trova il tuo sound personale.
Nel momento in cui, per tuo interesse professionale o per necessità professionale, dovrai spaziare tra i vari generi, lo farai ad un livello di abilità incredibilmente elevato. Sicuramente molto più elevato di chi si è limitato a uno studio superficiale e frettoloso.

Giorgio Gaslini. Pianista, compositore, direttore d’orchestra, musicista jazz.
Oggi a 42 anni iniziò lezioni di chitarra dopo 24 anni che suono rock e prog. da un insegnate a 360 gradi molto in gamba, senza preclusioni o o biettivi di genere. Mi sento sempre inadeguato in tutti i contesti dove si fanno Jam nonostante mi dicano che sono bravo. Le sue parole rappresentano in pieno i miei sentimenti attuali ed ho deciso di prendermi tutto il tempo ed intraprendere finalmente questo viaggio.